Nell'agosto 1919 fu varata la riforma del sistema elettorale italiano, che aprì le porte al sistema proporzionale con scrutinio di lista, allargando il suffragio all'intero elettorato maschile. La nuova legge fu applicata per la prima volta nelle elezioni del novembre del 1919. La Camera che ne uscì eletta fu completamente rivoluzionata rispetto all'anteguerra: i socialisti e i popolari, le due forze nuove, sommati insieme ottennero la maggioranza, mentre le vecchie formazioni liberali finirono in minoranza. Ben più della metà dei deputati eletti non facevano parte del vecchio Parlamento. Ai vincitori delle elezioni spettava dunque il compito di dare al Paese la maggioranza riformatrice capace di governare e di imprimere la necessaria svolta democratica. E invece fu proprio questo il momento in cui le forze politiche italiane mostrarono la loro inadeguatezza. Il presente volume si sofferma su questa fase drammatica della storia italiana - l'occasione perduta cui si riferisce il titolo - ricercando le ragioni di una sconfitta della democrazia che ha condizionato tutta la nostra storia novecentesca, anche oltre il ventennio fascista.