"Il libro di Atai servirà a sanare quella che sembra una ferita ben occultata ma che continua a restare aperta, il suo libro sarà, oltreché un elemento di maggior conoscenza, anche uno stimolo per riflettere e per ringraziarlo del fatto che sia un afgano a farci (ri)aprire gli occhi su un Paese che sembra abbiamo già volentieri dimenticato." (Emanuele Giordana) "Come si vede, Walimohammad Atai è immerso in tutte le contraddizioni dell'Afghanistan contemporaneo, che in effetti è l'oggetto del suo libro, centrato sulle vicende del Paese dall'Ottocento ai giorni nostri. Ricopre quindi, felicemente ma anche drammaticamente, un duplice ruolo: quello del testimone, in quanto storico, e quello del protagonista, in quanto afghano che ha vissuto e vive gli eventi sulla propria pelle. Da questo particolare, e immaginiamo faticoso punto di vista, ci guida attraverso tre secoli di storia fitti di svolte e colpi di scena che altrimenti, sarebbero difficili da decifrare. E lo fa con il passo rapido e sicuro di chi, appunto, ha studiato e ha vissuto, ha sentito e ha visto, ha subito e ha reagito." (dall'introduzione di Fulvio Scaglione). Prefazione di Giuliano Battiston.