A Farnese si sparse la voce che stavano arrivando gli zuavi e che ci sarebbe stato uno scontro: la gente si chiuse nelle case, mentre le donne del paese, rivolte ai garibaldini, gridavano: «Poveri giovani, dove siete venuti a morire». Perché di guerra si trattava, non quella di cartapesta dell'opera lirica, e i giovani toscani, che avevano combattuto già con Garibaldi, ne erano consapevoli. Quando gli zuavi pontifici erano arrivati all'incirca presso Casa Clarici (allora Moscati) vennero accolti dalle scariche di fucileria dei garibaldini, «di albero in albero», nella lecceta e nelle vigne fra il convento e la strada. I papalini, per sfuggire al fuoco, occuparono la casa Moscati e vi si barricarono dentro, sparando dalle finestre. È a questo punto che il tenente degli zuavi Dufournel, per fare evolvere la situazione, tentò una sortita. Sapeva di andare incontro alla morte e si preparò con cura: rassettò il mantello e i suoi guanti Jouvin, si aggiustò il képi in testa, si fece il segno della croce, sguainò la sciabola e, buttata giù la porta, uscì fuori con i suoi uomini: «Avanti! Viva Pio IX!»