L'elegante solidità degli anni Cinquanta. La ribellione tormentata dei Settanta. La seduzione e la determinazione degli anni Ottanta. Poi, le nuove fragilità degli anni Duemila, millennio che ha visto la donna, almeno nelle narrazioni filmiche, prendersi inattese leggerezze, e l'uomo, paradossalmente, "appesantirsi" con nuove emozioni. L'immagine maschile, in meno di cento anni, è radicalmente cambiata, arrivando a proporre modelli da seguire e, un istante dopo o poco più, già rinnegare. Sono cinema, arte, televisione, letteratura, nonché serie animate, fumetti e videogiochi a mostrare la rivoluzione dell'immagine maschile. Ecco allora lo stile di Cary Grant, quando anche i criminali erano gentiluomini - Caccia al ladro di Alfred Hitchcock è del 1955 - e l'amore faceva loro "mettere la testa a posto". E il fascino consapevole, ora intenso, ora divertito, di Paul Newman e Robert Redford nei Sessanta. Ancora, i belli e tenebrosi degli anni Ottanta, come Mickey Rourke. E la generazione di Tom Cruise, Brad Pitt, Johnny Depp, che ancora detta canoni e regole di seduzione, trasformandosi e trasformandole. Nel mezzo, il mito del cowboy, il fenomeno dei culturisti e molto ancora. Fino ad arrivare a oggi, con suggestioni efebiche, fascinazioni orientaleggianti e gioco come forma di liberazione e nuova narrazione. L'immagine maschile è diventata il segno del cambiamento di tempi e società, tra desideri, fantasie, valori. Dalla storia della bellezza a quella dell'immaginario collettivo, un percorso nella filosofia del fascino attraverso i decenni, alla ricerca delle diverse tappe di costruzione dell'icona maschile. Da desiderare e incarnare. Poi superare.