In una città dalla "doppia faccia", quale era Napoli agli inizi dell'Ottocento, giungono, dalla Franca Contea, le Suore della Carità con Giovanna Antida Thouret. Alle religiose viene affidata l'istruzione delle fanciulle indigenti, l'assistenza agli infermi e ai poverelli e il servizio nelle prigioni. Esse portano nel Regno di Napoli una profonda "rivoluzione" attraverso esempi di vita religiosa svolta attivamente e a diretto contatto con la società, allora sconosciuti nella città partenopea. Le novità introdotte dalle religiose si sono dovute confrontare con una realtà complessa e critica, scontrandosi con metodi di insegnamento tradizionali e strutture sociali rigide ancora legate all'antico regime che hanno reso difficile il loro delicato compito. Nonostante gli scontri continui con le autorità politiche e religiose, grazie all'impegno profuso dalle Suore in campo assistenziale e in quello dell'istruzione, la congregazione conosce una rapida diffusione, prima a Napoli e poi in Terra di Lavoro, nel corso dell'Ottocento e ancora nel Novecento, continuando, ancora oggi, a svolgere attività di tipo pastorale, educativo e sanitario nei paesi in via di sviluppo.