Le relazioni diplomatiche europee dell'età moderna traggono la loro linfa in comportamenti e strategie elaborati in buona parte negli Stati italiani tra Quattrocento e Seicento. Basato su un'ampia ricerca documentaria, questo libro dimostra come nei modelli della diplomazia veneziana e pontificia e nella letteratura sul mestiere di ambasciatore prodotta in quei secoli si possano riscontrare gli elementi costitutivi che hanno accompagnato una prassi variegata, che si è misurata sulle tradizioni politiche ma anche su uno studio attento della natura degli interlocutori nelle loro specificità culturali e religiose, fossero essi ottomani, eretici o cattolici. La ricchezza e la plasticità della cultura diplomatica italiana si sono poi progressivamente trasfuse sul piano europeo, partecipando alla formazione di un sistema relazionale tra gli Stati di cui la pace di Westfalia sarà il punto di non ritorno. Uno studio innovativo che propone una rilettura della diplomazia come tassello fondamentale per interpretare la costruzione difficile e contraddittoria della modernità occidentale.