Questa storia della Russia scritta da un novantenne, con il suo linguaggio scevro da correzioni o aggiunte di sorta, è anche una sorta di critica alla civiltà dello "Homo sapiens" che sin dalla preistoria non ha saputo comprendere qual è il vero cammino da percorrere per poter costruire un mondo a vera misura d'uomo. Vien qui descritto il nomadismo le migrazioni, l'eterna lotta tra i ricchi e poveri, tra il capitale e il proletariato tra la giustizia e l'ingiustizia e le teorie politiche che hanno cercato di prendere il sopravvento l'una sull'altra. Tra tutte queste, Bencic giudica più affine ad un mondo giusto quella Socialista e Marxista, di cui la Russia è stata l'antesignana e l'esempio e la speranza da seguire per milioni di uomini e che, nonostante il suo avvicinamento al modo occidentale, ha ancora un ruolo di speranza per il nostro mondo.