L'autore evidenzia nei Normanni una nuova interpretazione dei valori dell'uomo protesa al culto delle virtù ed in special modo della meritocrazia basata sul merito personale e sul servizio della cosa pubblica e sull'ordine civile ed amministrativo, poiché senza legge e diritto, senza il rispetto della meritocrazia individuale al di sopra della nascita, della discendenza e del censo, per i Normanni non vi poteva essere Stato. Così strutturato ed inteso, lo Stato Normanno e le Costituzioni Normanno-Sveve, illuminarono di competenza giuridica, amministrativa e politica genti e civiltà diverse e differenti. Riporta il parere di molti storici e studiosi sui capitoli di storia e di leggenda aggiunti alla Storia Europea, per i quali i Normanni vennero celebrati come "la più alta incarnazione del valore e del genio europeo" tanto da superare l'Iliade e l'Odissea. Inoltre ribadisce come la "Civilisation Normande" venne a creare la civiltà "Koinè Mediterranea" di saldare il ceppo nordico norvegese e germanico al ceppo latino ed orientale - islamico e bizantino -, di fondere la forza acuminata dell'acciaio normanno con la saggezza latina ed il misticismo bizantino con l'idea araba.