Marco Tonelli propone un approfondimento sui temi fondamentali della poetica di Pino Pascali, in grado di aprire nuove prospettive sulla sua scultura, sia alla luce dei più recenti studi (anche stranieri) sull'artista, sia rispetto a letture puntuali della sua concezione scenica di allestimento di opere, in dialogo con il teatro sperimentale e d'avanguardia a lui coevo (Living Theater e Jerzy Grotowski in particolare) e al fondamentale testo "Il teatro e il suo doppio" di Antonin Artaud. Nel libro si evidenzia come Pascali, geniale e dirompente protagonista della neoavanguardia italiana, inserito fin da subito nel manifesto e nelle prime mostre dell'Arte povera, abbia percorso con estrema ironia e libertà il New Dada, il Minimalismo, la Neometafisica, la Pop art, la Performance, rivelandosi come il primo vero autore postmoderno in Italia. I cicli delle sue opere, nei quali ricorrono temi come la Natura, l'Oggetto, il Corpo, sono artifici capaci di svelare le contraddizioni e le crisi culturali degli anni '60, di cui, come scrive il critico Vittorio Brandi Rubiu, possiamo dire sia "l'artista eponimo".