Il volume si propone di colmare una lacuna piuttosto appariscente nell'ambito degli studi albertiani: la mancanza di un contributo dedicato al tema dei rapporti tra Leon Battista Alberti e il mondo napoletano, un aspetto totalmente misconosciuto anche sul piano della fortuna critica, della circolazione dei manoscritti, della ricezione dei testi albertiani nell'ambiente umanistico meridionale, pur fervido di idee e protagonisti. Il saggio prende le mosse da un evento poco noto della biografia di Alberti, un viaggio da lui compiuto nella capitale aragonese nella tarda primavera del 1465. Attorno a questa vicenda ruota l'intera struttura del volume: si analizza la presenza di temi campani nelle opere del grande umanista, i fitti scambi intellettuali con amici, committenti, copisti, librai e editori, gli stretti rapporti con le più ricettive menti del regno meridionale, da Panormita a Pontano a Sannazzaro. L'autore affronta inoltre la tematica degli intricati intrecci tra mondo romano, regno aragonese e ambiente fiorentino, proponendo dunque un momento di riflessione e di approfondimento su Alberti andando oltre l'ambito tematico evidenziato dal titolo.