Dall'età bizantina al tardo Rinascimento, ordine e regolarità pervadono la rappresentazione della bellezza: nell'arte, la simmetria evoca il divino grazie al rimando ai concetti di semplicità e invarianza rispetto alle perturbazioni. Tuttavia, sebbene l'opera pittorica sia globalmente simmetrica, essa include sempre almeno un'irregolarità, un'imperfezione. Inoltre, simmetria e sua violazione caratterizzano anche la struttura della materia vivente e di quella inerte, ispirando i modelli della scienza. La tesi di Marco Sola è che la simmetria imperfetta connaturata nell'Uomo è la causa dell'efficacia di quella adottata in pittura - come una vera e propria formula - per rappresentare il bello ideale e divino, suscitando incanto e devozione. In quest'ottica viene offerta una lettura originale di numerosi dipinti a tema religioso e ideale di sommi artisti dal '200 al '600. Con il famoso ossimoro "convergenze parallele" l'autore apre a una lettura prudenziale della relazione causale proposta, conscio della complessità della filosofia e della psicobiologia del "bello".