L'arte non deve mai essere ostaggio del proprio tempo: è tenuta eternamente a ribellarsi. Ma che cosa succede quando l'impeto rivoluzionario si tramuta in un nuovo e più subdolo conformismo? Urge la creazione di nuovi spazi, all'interno dei quali salvaguardare il gesto artistico nella sua potenza originaria. Questo testo si propone di aprire luminosi e inediti varchi sui possibili spazi, discostandosi da sentieri inflazionati e muovendo da premesse quali le nozioni di vocazione e trasgressione in seno alla tradizione hindû; destinate a risolversi, infine, nella folgorante e inaugurale visione della danza libertaria di ?iva.