La ricerca ha avuto origine dal fortunato ritrovamento di alcuni esemplari postillati del catalogo della prima asta milanese (1916) di Alfredo Geri, l'antiquario fiorentino divenuto celebre per avere contribuito alla restituzione al Louvre della Gioconda di Leonardo, dopo il furto del 1911. L'incanto era relativo alla collezione di un «eminente patrizio bergamasco» che viene ora identificato in Costanzo Cagnola (1867-1925), cugino del più noto Guido, l'animatore della raccolta ancora oggi custodita nella Villa Cagnola di Gazzada (Varese). Costanzo fu costretto a vendere la collezione che aveva raccolto dalla famiglia e dai Lattuada di Casatenovo (Lecco): la dispersione inizia con l'alienazione, nel 1912, al banchiere americano John Pierpont Morgan dei rilievi della bottega degli Embriachi provenienti dalla Certosa di Pavia e ora al MET di New York. Nel volume si seguono, infatti, le tracce di alcune delle opere più rilevanti della collezione confluite in raccolte private o musei internazionali. Tasselli per riannodare le fila di un considerevole episodio di collezionismo lombardo tra Otto-Novecento, rimasto sino ad oggi inesplorato.