Il volume analizza dapprima lo Sposalizio della Vergine, sottolineando somiglianze e differenze con il quadro di medesimo soggetto realizzato da Perugino, e ripercorre la creazione del mito raffaellesco, soffermandosi sulla fortuna critica dello Sposalizio, tra XVI e XX secolo. Viene inoltre indagato il contesto intellettuale, politico e collezionistico di Brescia a fine Settecento: la circolazione delle idee illuministe, l'indipendenza da Venezia e l'ingresso nell'orbita francese, nonché la creazione di raccolte private di dipinti, a partire da quella della famiglia Lechi. Il carteggio dell'epoca tra i componenti della famiglia, qui presentato per la prima volta, diviene chiave interpretativa inedita per la ricostruzione della donazione del dipinto da parte di Città di Castello al generale napoleonico bresciano Giuseppe Lechi, avvenuta il 29 gennaio 1798, approfondendo, nello specifico, le fonti favorevoli o contrarie alla legittimità della donazione stessa. Il libro ripercorre i successivi passaggi collezionistici dell'opera: Sannazzari (1801), Ospedale Maggiore di Milano (1804), Pinacoteca di Brera (1806). Infine, illustra alcuni episodi ottocenteschi legati al dipinto, tra cui la causa di restituzione, l'intervento di restauro a cura di Molteni, l'esecuzione di copie pittoriche, incisioni e stampe.