Quando pubblicò nel 1570 I Quattro Libri dell'Architettura, Palladio non poteva immaginare che lo avrebbero reso famoso in tutto il mondo e che sarebbe diventato il riferimento di generazioni di architetti per costruire all'antica. La storia di questo successo è anche una storia di continue trasformazioni: quelle che hanno segnato la vita delle sue architetture, spesso modificate e corrette nei secoli successivi alla loro costruzione nel tentativo di adattarle ai modelli ideali presentati nelle pagine del Trattato. I completamenti, le demolizioni e i ripristini di opere iconiche come la Basilica, la Loggia del Capitaniato o il Palazzo Chiericati non raccontano però solo del modo in cui il mito di Palladio venne di volta in volta interpretato, ma rappresentano uno specchio in cui si riflettono vicende più ampie: dalle aspirazioni della 'piccola patria' di Vicenza, intenta tra Ottocento e Novecento a celebrare il suo simbolo, fino ai tentativi di un'Italia in formazione, impegnata ancora prima della sua nascita a dissotterrare le proprie radici identitarie e a costruire il futuro attraverso la tutela dei propri monumenti.