Autore, tra gli altri, dei celebri Guernica e Les demoiselles d'Avignon, Pablo Picasso è uno di quegli artisti che non hanno bisogno di presentazioni. Uomo dalla personalità poliedrica, conosciuto e apprezzato in tutto il mondo per le sue opere, è stato uno dei protagonisti della vita culturale del '900. Artista trasversale, a cinquant'anni dalla sua morte, avvenuta l'8 aprile 1973, rimane saldo nel suo ruolo di grande maestro e innovatore. Ed è per questo che, con «Pablo Picasso. Lo straordinario ladro della pittura», Roberto Nicolucci intende non solo celebrarlo come uno dei più grandi artisti del ventesimo secolo, ma anche illustrare, in maniera schietta e spiritosa, come la sua figura, insieme a quella di pochi altri: Frida, Caravaggio, Van Gogh, Leonardo, etc., sia riuscita a diventare, complice la diffusione dei social, un vero e proprio fenomeno pop: Quando un pittore, antico o moderno, scappa dalle sale di un museo rifugiandosi nelle fiction e sul web significa che è riuscito a recidere il filo spinato delle discipline. Picasso è patrimonio di tutti. Picasso è il '900 e il '9oo è Picasso, scrive ancora l'autore mentre ne delinea la figura e il lascito, mentre ne analizza l'evoluzione, posizionandolo come colonna portante di un intero secolo, nonché come re indiscusso di una nuova tradizione artistica che rompe con quella antica senza mai abbandonarla e dalla quale attinge continuamente. Ma Picasso non è solo forma e colore. Dell'artista spagnolo, infatti, come sottolinea Augusto Guarino nella postfazione al testo, è interessante indagare anche il rapporto, non sempre lineare e sereno, con la vita culturale e con la letteratura del suo Paese. Un gioco di contaminazione reciproca che apre a Picasso anche i territori della scrittura, a riprova della sua poliedricità: La metà degli anni Trenta, scrive Guarino, è per Picasso un periodo di crisi, sia dal punto di vista personale che artistico. Sorprendentemente, cessa quasi di dipingere e si abbandona, soprattutto tra il 1935 e il '36, a una frenetica attività di scrittura. Si tratta di una produzione volutamente caotica, ispirata alla composizione automatica cara ai surrealisti, redatta alternatamente sia in spagnolo che in francese. In questo breve divertissement di Roberto Nicolucci, dunque, Picasso viene presentato come artista, mito, personaggio, maestro, innovatore e persino ladro. Prendendo a prestito le parole di Italo Calvino: Picasso è uno straordinario ladro dell'arte. Ma tutti i grandi maestri sono ladri matricolati. [...] In fondo, oltre che un ladro professionista Picasso è uno storico dell'arte che, sia pure dipingendo e non parlando, fa una lezione universitaria.