Forse non esiste un'opera d'arte altrettanto complessa e grandiosa del Giudizio Universale di Michelangelo, che alla sua apparizione nel 1541 suscitò immediate e contraddittorie reazioni. Questo saggio avvia una nuova riflessione sul Giudizio, partendo da una piccola ma decisiva "scoperta visiva" fatta dagli autori: il doppio volto adombrato nel capo della Vergine, dove un profilo maschile appare delineato nella parte posteriore del velo. Il doppio volto ben esemplifica il ruolo della Madre di Dio come Janua Coeli, porta del Cielo, e apre la strada a una riflessione sulla virtù prudenziale di Maria, ma contiene anche un più intimo mistero, quello del complesso e profondo legame che unì Michelangelo alla grande figura di Vittoria Colonna. Collocato su quel delicato crinale storico che vede la cultura umanistica arricchirsi di sofisticate allusioni simboliche, nutrite anche dal nuovo afflato religioso, l'affresco michelangiolesco si configura come vasta metafora, un'opera eccezionalmente innovativa, coraggiosa e profonda, in cui l'artista, mettendo a nudo la propria coscienza religiosa e umana, mise a nudo anche le sconfitte e le aspettative del proprio secolo.