Il volume che accompagna l'omonima mostra, curato da Chiara Bertola e Giuliano Sergio, si inserisce come secondo appuntamento nel programma di ricerca legato al Fondo Luigi Ghirri, che ha visto la pubblicazione nel 2016 del primo Quaderno "Paesaggi d'aria. Luigi Ghirri e Yona Friedman/Jean-Baptiste Decavèle". Tale fondo mira a promuovere un'attività di indagine e valorizzazione dell'opera del fotografo emiliano, attraverso accostamenti tematici con artisti che ne evocano la sensibilità. Le sculture di Paolo Icaro scelte per la mostra sono principalmente in gesso, materiale che conserva l'impronta del gesto rapido che lo ha plasmato, evocando ciò che non si vede più e legandosi alla sua idea delle fotografie di Ghirri in cui lo vede capace di ritrarre "lo spazio che lo separa dalle cose".