Nei giorni della quarantena, per Corrado Levi realizzare un testo a cui è associato un disegno è stato un esercizio quasi quotidiano, come "percorrere le stanze per non far morire le gambe". Questo libro raccoglie gli stati d'animo e le riflessioni registrate da Levi, sotto forma di disegni e parole, durante un periodo che ci ha costretti a ritrovare una frequentazione della casa di cui si era persa la memoria, a ricostruire dei rapporti con gli spazi e con gli oggetti. "Lo scrivere, e solo una pagina al giorno, è un modo di porre paletti in questo niente, un modo di avere frammenti di organizzazione - scrive Levi, artista poliedrico ed eterodosso, architetto e scrittore. - Cercare scopi uno dopo l'altro per sopravvivere sembra colpevole in questo vuoto: un violentarlo, lasciarsi andare invece è la rêverie di cui parlava Micheaux, a differenza del sogno che per lui non era creativo: la rêverie invece crea, come questa pagina dove non so che succede".