"Quello che cerco l'ho nel cuore, come te." Aveva detto Odisseo a Calipso, nei noti "Dialoghi con Leucò" di Pavese. Cosa cerca allora la mano di Alessandro La Motta? Cosa trattiene nel cuore quando lavora con l'olio, la cera, schiude il legno a raccogliere forme, impone al gesso, alla tela i gesti estremi di una bellezza eternata? Nel suo sguardo sorgono immagini come grida nel tempo e che al tempo appartengono, volti come ossessioni che si inseguono e accarezzano la materia con forza e delicatezza, cercando di mettere a tacere ciò che brucia e si scuote in fondo all'anima.