Il libro scandaglia il periodo a cavallo tra Cinque e Seicento, cioè il trapassare uno dentro l'altro di due secoli, il Cinque nel Seicento, attraverso il trascolorare di due diverse idee di pittura. Agli estremi Antonio Catalano l'Antico e Michelangelo Merisi da Caravaggio, al centro colui che elaborò una possibile sintesi tra gli opposti, Filippo Paladini, nativo di Casi in Val di Sieve (Firenze) ma che dispiegò la sua mirabile parabola artistica in Sicilia. Il focus Italiano si concentra, in particolare, sul "fenomeno" Messina e sui risultati sulla pittura messinese che lo "scontro" di questi estremi produsse. Si analizzano infatti i casi di alcuni pittori poco o per nulla conosciuti, a partire da Giovan Simone Comandè, oggi conosciuto solo per una serie di sparute opere conservate nel museo di Messina o in poche chiese della provincia ma definito da Francesco Susinno "ristauratore e fondatore della nuova scuola tra noi, la quale con tante squisite produzioni ha formato, e formerà per lunghi secoli ancora la sua gloria, e quella della sua patria".