Il testo, senza presunzione di completezza, considerata la varietà e la consistenza sostanziale del patrimonio culturale presente, codifica una selezione rappresentativa dei tesori di Novara di Sicilia (Me). Lo studio nelle intenzioni dei due autori si è limitato pertanto ad alcuni beni mobili ascrivibili alla collezione diocesana: arti figurative e suntuarie. Tra i reperti descritti sono citate alcune delle reliquie portate da sant'Ugo, abate cistercense, nel suo lungo viaggio alla volta di Novara.