All'inizio del '900, quando la situazione storica permetteva ancora all'artista l'illusione di poter fare dell'arte uno strumento di lotta e di trasformazione della realtà, nacque il Movimento Surrealista fondato da André Breton nel 1924. Esso esalta l'importanza del Sogno, nel comportamento dell'uomo. Così il Sogno che Freud analizzava per studiare i disagi dei suoi pazienti, nella poetica surrealista diventa un mezzo per dare piena libertà alle pulsioni più intime dell'artista. E sulla scia delle considerazioni freudiane si materializzano sulla tela le ossessioni di Dalì, che deve soprattutto all'incontro e al rapporto con una giovane russa, Gala Diaconova, il superamento dei suoi turbamenti psichici e un sereno fluire a quei sogni che gli avrebbero suggerito tante mirabili intuizioni. Dal dadaismo alla pop art non c'è artista più versatile e moderno di Salvador Dalì.