Il libro propone una prospettiva inedita e originale da cui guardare alla screendance, forma d'arte ibrida sviluppatasi durante il XX secolo dall'incontro dei linguaggi della danza e del cinema. L'autrice ha concepito un metodo comparativo diacronico e sincronico tra le opere di screendance europee e cinesi, utilizzando i concetti taoisti di xiang e xing, che caratterizzano il contesto culturale e le forme estetiche di un dato periodo storico in un dato luogo geografico. I casi classici e contemporanei analizzati - dall'esordio del cinema in Cina alle produzioni cinematografiche maoiste, fino alle ultime sperimentazioni nell'ambiente dei social - costituiscono un nucleo di materiale inedito e affascinante per i lettori e gli studiosi occidentali.