In occasione del bicentenario della morte di Antonio Canova, i capolavori del sommo scultore neoclassico negli scatti del fotografo contemporaneo A duecento anni dalla morte di Antonio Canova (1757-1822), la monografia a corredo dell'esposizione al Museo Correr di Venezia ne celebra l'arte e il mito attraverso le immagini di Fabio Zonta. Fotografie intense, rispettose nelle luci e nelle ombre, nelle angolazioni, nella lettura delle espressioni dei soggetti, privilegiano nuovi punti di vista esaltando il tutto tondo, così isolate nello spazio, dense di affetto e di ammirazione, nel ricordo della sua lezione, rimasta intatta fino a noi, di unire mondo antico e classico con la sensibilità contemporanea. Un omaggio alla memoria imperitura di colui che, se fu l'ultimo grande artista della Serenissima, è stato anche il primo più grande di un'Italia e di un'Europa non ancora nate, ma già chiaramente "in potenza". Le opere del fotografo, provenienti da collezioni pubbliche e private, indagano le sculture del grande artista neoclassico e vengono affiancate dai contributi di esperti e curatori, tra cui Gabriella Belli, Camilla Grimaldi, Andrea Bellieni, Vittorio Sgarbi, Paola Bonifacio e da un'intervista di Camilla Grimaldi a Fabio Zonta. Fabio Zonta (1958) collabora con importanti istituzioni museali e riviste specialistiche. Ha iniziato la sua carriera giovanissimo, a Milano nel 1977 nell'agenzia Publifoto, lavorando con alcuni dei più noti fotografi internazionali dell'epoca. Dopo molti anni di collaborazioni con importanti riviste di architettura e design e alcuni significativi architetti, Aldo Cibic, Matteo Thun ed Ettore Sottsass (per restare in area mitteleuropea), ha iniziato un percorso di ricerca autonomo con il libro Palingenesi e concretizzato in numerose mostre personali e collettive, in Italia e all'estero.