Ovunque posasse lo sguardo, Leonardo agiva unicamente per illuminare di appassionata conoscenza l'oggetto della propria attenzione. Quello che egli definiva esperienza era un processo che aveva inizio nell'occhio e proseguiva nel disegno e nella pittura. Queste due attività erano concepite e praticate in continuità l'una con l'altra, come due fasi di un'unica indagine incentrata sulle insuperabili attività del proprio occhio. Un occhio insaziabile, perennemente focalizzato sulle forme infinite e sugli ineffabili fenomeni che la natura gli proponeva di osservare, figurare e descrivere. Questo libro sottolinea la modernità dello sguardo leonardesco, e documenta in tutte le sue declinazioni l'insaziabile curiosità e desiderio di onniveggenza del grande artista e scienziato, derivati dall'insofferenza per la vaghezza della percezione ordinaria e, di converso, dalla consapevolezza dell'impossibilità di vedere per intero una cosa e di accedere ai segreti ultimi della sua natura interna. Lo sfumato sarà dunque lo spazio fluido attraversato da indeterminabili passaggi dalla luce alle tenebre, nel quale si inverano continue fusioni del finito con l'infinito, del visibile con l'invisibile, del singolare con l'universale, che rivendicano all'occhio l'esercizio di uno sguardo altrettanto infinito.