La ceramica della Wiener Werkstätte ha avuto una grande influenza sulla ceramica italiana degli anni Venti e Trenta. Il libro si sofferma sugli artisti italiani, nelle cui opere più si riconoscono l'impronta e il gusto viennesi. La relazione con la ceramica della Wiener Werkstätte viene evidenziata confrontando opere italiane ed opere viennesi. Tra i ceramisti italiani presi in considerazione ci sono artisti appartenenti a scuole prestigiose, come quella di Domenico Baccarini a Faenza (Nonni e Melandri) e quella di Duilio Cambellotti a Roma (Mauzan, Rufa, Rosati). Ci sono poi artisti operanti in manifatture importanti, come la Lenci di Torino (Chessa, Grande e Sturani), la S.C.I. di Laveno (Andloviz), la Richard-Ginori di Milano (Gariboldi), la I.C.S. di Vietri (Schwartz Dölker, Anzengruber), il consorzio CIMA di Perugia (Fabbri). E infine, uno scultore romano, prestato alla ceramica (Biagini) e un pittore-ceramista toscano (Piombanti Ammannati).