Firenze, 12 settembre 1765: il granduca Pietro Leopoldo Asburgo Lorena, giovane rampollo di una delle famiglie più potenti di Europa, varca Porta San Gallo ed entra in città. È l'inizio di una grande avventura: per un quarto di secolo, governerà il Granducato di Toscana e lo trasformerà in un laboratorio di innovazione e modernità. Con uno stile avvincente e un ritmo incalzante, l'autore racconta la vicenda di Pietro Leopoldo, dalla sua formazione alla corte di Vienna fino al ritorno in patria nei panni dell'imperatore d'Austria. Ma è soprattutto la figura di governante visionario e riformatore a emergere. Un sovrano così vicino agli ideali dell'illuminismo da attuare la più clamorosa delle riforme: abolire tortura e pena di morte. Nessuno Stato al mondo aveva ancora osato tanto come la Toscana. Dalle pagine di questo libro scaturisce un ritratto vivido, sfaccettato e profondo. E si delinea anche la fisionomia di uno Stato con un'identità spiccata, fondato sul principio della «pubblica felicità» che sempre ha ispirato Pietro Leopoldo.