Tra Otto e Novecento, nel clima di rinnovato interesse per le tendenze esoteriche che accompagnava il declinare della dominante cultura positivista, si affermò un'inedita rivisitazione delle tradizionali credenze nell'esistenza dei fantasmi e nel "mondo invisibile". Coniugandosi con le coeve ricerche scientifiche che indagavano il rapporto tra materia ed energia, gli spiritisti della fine del XIX secolo consideravano la realtà visibile permeata di forze occulte che soltanto le peculiari sensibilità dei medium permettevano di rendere percettibili e conoscibili. Un complesso di indagini, oscillanti tra superstizione e ricerca scientifica, che ebbero grande influenza anche sui diversi aspetti della cultura del tempo, dove i riferimenti alle manifestazioni medianiche diventarono sempre più frequenti. Questo libro, dopo aver esaminato le varie accezioni delle credenze di fine secolo nel "mondo occulto", indaga le implicazioni che tale cultura medianica (cui contribuirono anche luminari della scienza nazionale del tempo, come il criminologo Cesare Lombroso) ebbe nel contesto delle arti visive in Italia tra suggestioni iconografiche ed elaborazioni di poetica, dall'affermazione delle tendenze simboliste alla nascita della prima avanguardia nel nostro paese, il Futurismo, con aperture sulla letteratura, la fotografia e il cinema.