Del ferrarese Francesco del Cossa, uno dei maggiori pittori del Quattrocento, conosciamo soprattutto la seconda parte della carriera, svoltasi perlopiù a Bologna, dove portò a termine l'altare della cappella Griffoni in San Petronio, smontato e disperso nel Settecento, e dipinse l'affresco del Baraccano, inglobando parti di una miracolosa Madonna con il Bambino di primo Trecento. Attraverso i due saggi che compongono il volume, che si concentrano su queste opere, si ottiene una più estesa ricostruzione dell'artista e una diversa e più storicizzata nozione di "restauro". Nel primo studio Ferretti si concentra sul disegno che Stefano Orlandi ricavò dall'altare Griffoni quando stava per essere smontato, con una sostanziale rivalutazione della testimonianza. Nel secondo l'autore affronta la questione dell'adattabilità stilistica alla specifica funzione di un'immagine coinvolta in consuetudini di culto.