Il presente volume, edito in occasione dei cinquecento anni dalla morte di Raffaello (1520-2020), prende in esame - aggiornando studi già pubblicati - alcune emblematiche opere da lui realizzate a Roma dal 1508, anno del suo arrivo nell'Urbe, nelle quali dà prova di eccezionali doti di sintesi nella rielaborazione dell'antico, che l'artista tramuta magistralmente in 'moderno'. Le opere analizzate sono il Ritratto di Giulio II, la Scuola di Atene delle Stanze Vaticane, la Cappella Chigi in Santa Maria del Popolo e la Chiesa di Sant'Eligio degli Orefici. Il volume si chiude con un saggio dedicato al rapporto tra Raffaello e l'antico, che vede l'artista-architetto in una duplice posizione: quella 'istituzionale', in qualità di Soprintendente alle vestigia antiche di Roma, e quella 'personale', legata ai propri riferimenti culturali e alla propria ricerca artistica che trae dall'antichità continui spunti creativi, poiché volta a impadronirsi del 'codice' che aveva consentito agli antichi di conferire tanta 'bellezza' ai loro monumenti.