Il periodo dell'ascesa al potere di Cosimo I de' Medici coincise con un'epoca di enormi mutamenti storici e sociali che trasformarono in breve tempo una città borghese, artigiana e mercantile, ancora governata da istituzioni di stampo repubblicano, in uno stato assoluto, entro il quale ogni attività, politica ed economica, venne ad essere rigorosamente controllata dal Duca e dai membri della compatta oligarchia terriera e cortigiana a lui fedele. Per quanto sul piano politico la crisi della Repubblica fiorentina fosse già iniziata all'epoca della "criptosignoria" medicea, quando Cosimo il Vecchio e Lorenzo il Magnifico, usando il prestigio e la ricchezza acquisiti, vennero regolarmente determinando, da Palazzo Medici, le scelte delle istituzioni cittadine, fu unicamente con Cosimo I che tale processo giunse a perfetto compimento. Ciò che ne derivò fu, sul piano della committenza artistica, il fiorire di un'arte propagandistica funzionale a promuovere il prestigio del Principe, mentre su quello istituzionale e politico, il prodursi di una virata antidemocratica e assolutistica, conclusasi con l'acquisizione da parte di questi del titolo Granducale.