Luca Signorelli e la città di Orvieto costituiscono un binomio indissolubile nella memoria e nel corso dei secoli trascorsi fino ai nostri giorni. L'artista cortonese è stato oggetto di studi importanti da parte di vari rinomati critici europei d'arte. Ognuno di loro ha dato interpretazioni diverse sulla personalità del pittore "peregrino" riconoscendo il suo ruolo essenziale nella transizione tra Umanesimo maturo e primo Rinascimento. E proprio ad Orvieto, nel suo monumento più celebrato, il Duomo, si è compiuta tale fase, punto di arrivo di una conoscenza acquisita dopo esperienze maturate in altre realtà dell'Italia Centrale. E si conosce un uomo maturo, colto, raffinato, sensibile agli eventi contemporanei, attento ad ogni particolare, ma anche figlio di una vita quotidiana comune a tutti gli esseri umani del tempo. Per primo il Signorelli traduce in affreschi alcuni canti della Divina Commedia elogiando il Sommo Poeta nei suoi insegnamenti eterni conservandone e tramandandone così un ricordo imperituro. Dall'Ottocento in poi Orvieto è meta di studiosi, artisti, letterati, attratti sempre più dal capolavoro del Cortonese e dalla sua stupefacente modernità.