Oggi ogni paese e ogni chiesa del Trentino, dell'Alto Adige e del Tirolo allestisce il proprio presepe, utilizzando i più svariati materiali fino a servirsi di persone vere e proprie. È una tradizione ricca, che si rinnova anno dopo anno, che affascina il mondo degli adulti e quello dei fanciulli. La costruzione dello stesso è un atto "famigliare", comunitario, teso a creare relazioni e consolidare rapporti. Forse per tutto questo il presepe - quello natalizio ma anche quello dei presepi quaresimali, che s'incontrano in Sudtirolo e nel Tirolo - è a tutt'oggi uno degli elementi religiosi e sacrali più importanti dell'anno liturgico e dell'anno famigliare. Il libro vuole raccontare ciò che si è dimenticato, il ruolo, il simbolo, le metafore di ogni personaggio, di ogni scena, di ogni gesto che forma il presepe. Ripercorrendo la storia del presepe natalizio e di quello quaresimale nel Tirolo storico si delinea anche una storia dell'arte poco studiata e poco approfondita, una storia dell'arte popolare e colta che si mescola continuamente, attraversando stili come quello bizantino presente nello stipite della Porta d'Aricarda nel Santuario di San Romedio e quello barocco dei gesuiti della Chiesa di Gesù a Innsbruck, passando per i presepi neoclassici presenti nelle sale dell'Hofburg di Bressanone per arrivare all'arte popolare tirolese dell'Ottocento e del Novecento con lo Storicismo e il Naturalismo. Nella metà del XVIII secolo le riforme anticlericali dell'illuminismo vietarono anche nel Tirolo l'allestimento dei presepi in chiese, monasteri e residenze principesche, dando l'avvio però alla grande stagione dell'arte presepiale privata.