Chi era davvero Caravaggio? Un uomo violento in un tempo di ordinaria violenza? O un pazzo vittima di una società del pregiudizio? Il libro di Giovanni De Plato nasce da questa domanda, proponendosi di illuminare il chiaroscuro che domina nella vita, nell'opera e nel caso clinico di Michelangelo Merisi, detto Caravaggio. Sono tuttora in discussione i dati più elementari della sua biografia, attraversata da una battaglia ininterrotta fra la luce geniale della sua arte (il chiaro) e l'irruenza notturna di una personalità complessa (lo scuro): il grande, acclamato e conteso artista è un uomo accusato di essere un "maledetto", un "delinquente", un "assassino", mentre ancora oggi alcuni psichiatri e psicologi lo ritengono affetto da "malattia mentale". Avvalendosi di documenti e testimonianze d'epoca, Giovanni De Plato, attraverso una narrazione in forma di romanzo, ricostruisce la vera storia di Caravaggio, dando voce ai personaggi che contornarono la sua vita, nel tentativo di scoprire se esistano buone ragioni per assolvere l'artista dall'accusa di crimini infamanti e riscattarne la figura dal marchio della psicopatia. La ricerca parte dall'analisi dei primi vent'anni della vita di Caravaggio, poco esplorati ma fondamentali per capirne l'evoluzione umana e artistica.