Il padre e la figlia, Agostino e Anna, condividono lo stesso luogo di lavoro nella località Melotta. Per loro la bramosia e l'amore della "vita contro la morte" è l'atto del recuperare la fine di un'esistenza riconquistando il "paradiso dell'infanzia", la grazia, la purezza, la primogenitura. In tal modo, nella semplicità, hanno sperimentato sulla loro pelle che tutto passa attraverso il saper fare, e il lavorare con le mani è il nucleo fondante diretto del linguaggio artistico. Fare nel silenzio: nasce il levare e il mettere materia, nasce un'opera. L'arte può dar origine a un gioco amoroso, rendere piacevole il lavoro come un atto sponsale fra soggetto e oggetto. Gioco, piacere e amore si concentrano attorno alla madre nella tenera e verginea età, si sublimano inaspettatamente sin dall'infanzia, come dono, in un'organizzazione di energie assolute, uniche e irripetibili: l'atto creativo e poetico diventano realtà. Non dimentichiamoci che prima dello sviluppo ontogenico di ogni essere umano vi è un gesto d'amore, in tal misura il fiorire inseparabile del linguaggio artistico nasce da un atto di vita.