Sfido chiunque a trovare sulle pagine che negli ultimi anni gli specialisti hanno scritto sopra i grandi maestri della scultura settecentesca - per esempio Pigalle, Houdon e Falconet - i cenni più sparuti riguardo a quanto si verificava nella Parigi di soli cinquant'anni fa: quando, immediatamente dopo la pubblicazione del carteggio inedito tra Falconet e Diderot, uno scultore del livello di Alberto Giacometti cominciava a usare parole piene di entusiasmo, di travolgente ammirazione nei confronti di quegli stessi maestri del XVIII secolo che erano allora mal noti, poco apprezzati dagli storici dell'arte oltreché del tutto sconosciuti al vasto pubblico.