Gli scritti di Carlo Cresti, Massimo Sottani e Matteo Cosimo Cresti intendono mettere in opportuno rilievo la personalità e le ambizioni del marchese-architetto Ferdinando Panciatichi Ximenes d'Aragona, e il valore dell'architettura, degli ornamenti, e degli aspetti cromatici che compongono la villa di Sammezzano, ossia il risultato della unicità di un continuum di accenti formali, un insieme di eccezionale organicità, un frammento d'Oriente reinventato da un occidentale che non conobbe l'Oriente vero, ma seppe interpretarlo; un'Alhambra toscana che suscita meraviglia, che non soffre di timori concorrenziali in eventuali confronti con esotici revivals costruiti in Italia e in Europa.