Giuseppe, "figlio di Davide", "guardiano di Maria" e "padre adottivo" di suo figlio, è fin dai primi istanti, e lo sarà fino alla fine, un uomo arci-silenzioso: se è riportata più volte, dai Vangeli, la sua presenza in momenti decisivi della nascita e dell'infanzia di Gesù, non viene riportata una sola sua parola. L'immaginazione dei lettori, dei Padri della Chiesa, dei teologi e degli scrittori spirituali, per non parlare dei romanzieri, ha avuto così libero sfogo, e questo è ancora più evidente per pittori ed artisti. È esaminata la relazione tra Giuseppe e Gesù durante le principali e successive tappe della loro vita insieme: la Natività (i suoi preparativi, l'atteggiamento di Giuseppe nella grotta, durante l'adorazione dei pastori e quella dei Magi), la Fuga in Egitto e il Ritorno dall'Egitto, l'episodio di Gesù tra i Dottori del Tempio di Gerusalemme e il suo Ritrovamento, la vita a Nazareth con Gesù nella bottega di Giuseppe, e poi due tappe interamente inventate, che non hanno eco nei testi evangelici ma un successo notevole nell'arte, ossia le scene di Gesù al capezzale di Giuseppe morente, e la glorificazione di Giuseppe in cielo. Prefazione di Isabel Iribarren.