L'angoscia, la vulnerabile sensibilità, il carattere sempre insoddisfatto nel valutare i raggiungimenti della propria arte espressi da Boccioni nei "Taccuini", con l'adesione al futurismo del 1910 si incanalano in una direzione rivoluzionaria. "Ora comprendo la febbre, la passione, l'amore, la violenza delle quali si parla quando si dice creare!" scrive nel 1911. Interrotti nel 1908 i "Taccuini" autobiografici, non è facile ricostruire i motivi dell'adesione al futurismo. Alla scrittura autobiografica Boccioni tornerà nel 1915, con il "Diario di guerra", quando l'avventura del futurismo sembra non soddisfarlo più. Tra i "Taccuini" e il "Diario di guerra" non c'è collegamento, così come non c'è possibilità di comunicazione fra arte e vita.