"A posteriori" rievocherà Pasolini la sua «fulgurazione figurativa» - come sulla strada di Damasco - all'Università di Bologna, nella «notte senza più una luce» della guerra fascista. Quella di Roberto Longhi che accende le figure di Masolino e Masaccio, per lui, fu «semplicemente la Rivelazione». Da allora l'immagine sarà sempre la compagna, neppure segreta, delle sue parole: un doppio che preesiste e innesca, o viceversa subentra e adempie, comunque «struttura che vuol essere un'altra struttura». Se sinora gli studi si sono per lo più concentrati sulla «forza del passato» della tradizione pittorica, che tanto ha nutrito il cinema di Pasolini, in questo libro si vuole fare il punto su un repertorio diverso e per lui tanto più problematico, quello dell'espressione artistica a lui contemporanea.