Alle Scuderie della Villa Medicea di Poggio a Caiano è attivo dal 2009 il Museo Soffici e del '900 italiano, centro di esposizione e studi dedicato a un artista del XX secolo che compiutamente ha rappresentato la creatività del nostro Paese, ha coniugato esperienza internazionale e profonda partecipazione all'insieme culturale dell'Italia. Il Museo di Poggio a Caiano ha sondato, anche con esposizioni specifiche - la Toscana in Europa, l'Europa in Toscana, 50 paesaggi a cinquant'anni dalla scomparsa dell'artista, Soffici e Sironi - con presentazione di libri e conferenze, il tratto dell'avanguardia storica, fino allo scoppio del primo conflitto mondiale, evento al quale Soffici prese parte con entusiasmo e dal quale trasse due dei libri fondamentali nella letteratura di guerra: "Kobilek. Giornale di battaglia", 1918, "La ritirata del Friuli", 1919. Oltre cinquanta opere pittoriche sono esposte in permanenza nelle sale del Museo e coprono l'intero arco del lavoro di Soffici, il suo originale momento cubofuturista, 1911-1916, la sua tangenza critica con il movimento di Valori Plastici, e dal 1919 in poi quel "realismo sintetico" che egli stesso indicò come insegna della sua poetica rinnovata a contatto con la realtà dell'uomo e della natura. L'attività del museo è intesa a raccogliere documenti inerenti la grande quantità di scambi che ebbe l'artista, il suo ruolo di protagonista nell'ambito delle riviste "Il Selvaggio" e "L'italiano", l'intensa azione che esercitò sulle giovani generazioni, cercando di leggere in modo unitario la tradizione e lo spirito di innovazione. E pure a inquadrare la figura di Soffici con il coacervo degli artisti italiani del Novecento che possono fare da confronto ideale con il nostro autore. Su questo indirizzo di lavoro è stata organizzata la mostra "Soffici e Rosai. Realismo sintetico e colpi di realtà", ponendo a specchio due maestri della Toscana novecentesca che ebbero importanti riscontri in ambito europeo. Anche i risvolti letterari hanno cospicuo rilievo: Soffici pubblicava su grandi giornali oltre ad avere una costante produzione di libri; Rosai, collaboratore sporadico di riviste toscane, contribuì vivacemente alle polemiche sull'arte. Due misure diverse per dare risalto alla realtà, alla percezione degli uomini, degli ambienti, ma sostanzialmente unitario il loro legame con il paesaggio, con quanto la natura offre, suggerisce all'interpretazione pittorica. La concezione serena di Soffici e la visione drammatica di Rosai possiamo visitarle non come documenti del passato, ma come un percorso attuale, stimolante e alternativo in cui vi sono costanti di qualità nel linguaggio, di esemplare partecipazione lirica e di amore della natura come sfondo ideale per la vita dell'uomo. Con un contributo di Marco Moretti. Presentazione di Marco Martini e Giacomo Mari.