"Per Roy disegnare era l'essenza dell'arte. Ne ricercava e ne vedeva ovunque le potenzialità: nelle opere degli altri, nella pubblicità, nel design e nella decorazione, e alla fine le trovò perfino nei fumetti, l'espressione artistica in assoluto più svilita. [...] Dopo aver terminato i primi dipinti ispirati ai fumetti, mi confidò di averli trovati talmente diversi dall'arte con cui era cresciuto da dover lavorare su di sé per superare il suo stesso giudizio. La loro forza, però, era così dirompente che, mi disse ancora, non poteva più tornare indietro. Si rese conto che, cambiando qualche tratto e riorganizzando appena la composizione, in altre parole ridisegnandola, qualsiasi immagine poteva essere trasformata in una vera opera d'arte. Tanta era la forza di una linea o di un segno posizionati correttamente sulla carta. Il disegno è stato primario in tutto il suo lavoro. Per ogni opera, dipinto, stampa, poster o scultura che fosse, Roy partiva sempre da un disegno. [...] All'inizio degli anni sessanta produsse una serie di disegni a matita che non erano studi per la realizzazione di dipinti ma opere in sé. Con le sue immagini Roy ha riempito taccuini, quaderni di carta fiorentina finemente rilegati, blocchi per appunti e pezzi di carta, modificandole continuamente finché non ne era soddisfatto. Solo allora poteva passare al dipinto o alla scultura." (Dorothy Lichtenstein)