In anni recenti si è assistito a un generale rinnovamento dell'approccio metodologico al tema della residenza, strettamente legato non solo alla definizione e alla diffusione di linguaggi architettonici e della grande decorazione, ma anche attraverso i problemi connessi all'organizzazione della "famiglia", della casa e dell'abitare ad approfondimenti più specificamente economici e sociali. In questo contesto lo studio dei "sistemi" di palazzi e ville, nell'interrelazione tra linguaggio architettonico, mecenatismo e strategie di autorappresentazione sociale, ha raggiunto nuovi risultati scientifici che evidenziano la centralità del ruolo delle oligarchie urbane nel promuovere il profondo rinnovamento della città barocca. L'opera, articolata in tre volumi, costituisce un fondamentale strumento di analisi e approfondimento della realtà delle grandi capitali italiane e di centri minori e territori fino ad oggi meno indagati, che rivelano la sorprendente ricchezza di realizzazioni promosse da antiche nobiltà e ceti emergenti tra Seicento e Settecento. Per l'Italia meridionale le aree regionali sono state coordinate da Gaetana Cantone (Campania), Rosa Maria Cagliostro (Calabria), Mimma Pasculli Ferrara (Terra di Bari e Capitanata), Vincenzo Cazzato (Terra d'Otranto), Marcello Fagiolo (Sicilia).