Renoir è stato uno dei massimi esponenti dell'Impressionismo. Questa fase della sua produzione fu però piuttosto breve. Già verso la fine degli anni settanta l'artista era tormentato dall'insoddisfazione. Il viaggio in Italia del 1881-1882 fu importante nel fargli voltar pagina: dalla luce di Venezia e del Mediterraneo, dalla lezione dei maestri del passato (Carpaccio, Raffaello, Tiziano, Rubens, Tiepolo, Ingres) e dalle riflessioni sulla tecnica pittorica suggeritegli dalla lettura del Libro dell'Arte di Cennino Cennini nacquero i germi di una sorta di nuova classicità. Renoir arrivò così ad anticipare aspetti del rappel à l'ordre e del 'ritorno al mestiere' che sarebbero esplosi in reazione alle avanguardie. La fase matura della sua carriera, su cui s'incentra questo volume curato da Paolo Bolpagni, non fu quindi un periodo d'involuzione, ma anzi si rivela quasi uno dei primi casi della 'moderna classicità' che sarebbe stata perseguita da molti pittori e scultori degli anni dieci, venti e trenta, in maniera speciale in Italia.