Peter Halley è noto per la sua pittura geometrica che allude agli spazi sociali del tardo capitalismo e alla loro dimensione di confinamento, isolamento e reclusione. Le forme della "cella" e del "condotto", adottate negli anni ottanta e tuttora alla base del suo lavoro, rimandano alle strutture rigide e spigolose dei grattacieli per uffici, ma anche ai microchip del computer, ai circuiti elettrici, alle "stanze" virtuali e alle infinite connessioni del web. Ma nel cuore della Sardegna, al Museo Nivola di Orani, Halley ha creato qualcosa di simile a una sua cappella degli Scrovegni (o se si vuole alla cappella di Matisse a Vence). L'effetto è quello di un'eccitante immersione nel clima dionisiaco di un Mediterraneo immaginato attraverso il filtro del Modernismo novecentesco e bagnato in una luce artificiale e psichedelica.