«Il tempo è un labirinto dove la mente vaga alla ricerca della ragione». Così Angerame ci introduce, anzi ci inizia, ai suoi lavori pittorici. Lo afferma pure la fisica d'oggi: viviamo in un mondo di avvenimenti e non di cose, così che dalla nostra sensazione del tempo si trascorre facilmente ad una dimensione priva di tempo. «Il nostro "presente" non si estende a tutto l'universo. È come una bolla vicino a noi» (C. Rovelli). Le relazioni di prima e di dopo formano "ordini parziali" solo fra alcuni elementi, di certo non fra tutti. Se vogliamo rappresentare più eventi, o addirittura narrare una storia, non possiamo più farlo con un'unica distinzione tra presente, passato, e futuro; dobbiamo invece ricorrere a una giustapposizione di tempi locali, particolari, mettendo sopra e sotto ogni evento il "cono" dei suoi accadimenti futuri e passati. In una geometria dello "spaziotempo" non più ordinata come ci si aspetterebbe, ma scompigliata, esposta - per dirla con Pessoa - all'"allegria dei venti".