Il volume intende indagare territori meno esplorati e angolazioni nuove del leonardismo. Vedere affiancate diverse opere quasi mai esposte precedentemente permette di riflettere sui vari stadi dell'influenza di Leonardo su alcuni artisti a lui contemporanei o di poco successivi. Fulcro della trattazione è la tavola della parrocchiale di Santa Giustina ad Affori raffigurante la Vergine delle rocce, generalmente ascritta a Luini o alla sua cerchia, prestito eccezionale in quanto non si vedeva in una rassegna pubblica da quasi quarant'anni, a cui sono state affiancate altre tre redazioni più un magnifico Giampietrino conservato alla Pinacoteca Albertina di Torino, anch'esso ispirato, molto liberamente, al capolavoro leonardesco. Sono illustrate anche un paio di opere influenzate in varia misura dall'inafferrabile e tuttora misterioso modello della "Madonna dei fusi" (tra cui una del tutto inedita, di grande finezza), due bellissime tavolette da soffitto, una scultura lignea inedita di altissimo livello e un notevole tardo Cesare Magni recentemente riscoperto, ricco di influenze extraleonardesche, dipinto proprio negli anni in cui il pittore lavorò per Vigevano. Significative sono anche sembrate le possibili influenze più o meno mediate del leonardismo sulla pittura piemontese, qui rappresentata da due incantevoli opere (poco note) di Defendente Ferrari e Gandolfino da Roreto. Si tratta dunque di opere poco conosciute al pubblico che permettono una stimolante riflessione su quanto il potente modello leonardesco abbia intrigato generazioni di artisti, non solo lombardi.