Questo volume costituisce idealmente la testimonianza della terza tappa di una imprevedibile sequenza di esposizioni, nata con "Divulgare", su volontà del mecenate Ovidio Jacorossi e curata da Achille Bonito Oliva al Palazzo delle Esposizioni di Roma nel 1990, e continuata con "I fuochi dell'arte e le sue reliquie", curata dallo stesso Bonito Oliva presso l'Auditorium di Roma nel 2008, dopo che un incendio nel 1992 aveva danneggiato più o meno gravemente l'intero ciclo di opere Divulgare. Molto tempo è passato dalla prima uscita, e molte cose sono mutate: l'incendio, la morte dell'artista e dello stesso collezionista, la nuova mostra in cui sembrava che il fuoco diventasse co-autore, i concetti sulla durata dell'arte e i problemi sulla durata fisica dell'opera che hanno mutato i modi e le reazioni di chi oggi guarda questi lavori. È una riprova dell'immortalità dell'arte, anche quando sparisce? Forse sì, ma una visione troppo romantica rischia di compromettere l'analisi dei sentimenti contrastanti che simili episodi provocano a proposito della percezione dell'arte. È su questo che si incentra il saggio del curatore Marco Meneguzzo, oltre che sulla straordinaria ultima stagione di Mario Schifano.