Nell'aprile del 1823, esattamente duecento anni fa, Luigi Basiletti si faceva promotore della grande impresa che portò alla luce l'area monumentale di Brescia romana, con il Capitolium e la straordinaria scoperta del deposito dei bronzi dei quali faceva parte la Vittoria Alata. Pittore, connoisseur e architetto, Basiletti intraprese - nel corso di un fondamentale soggiorno a Roma nell'ambiente che si riuniva intorno ad Antonio Canova - gli studi di antiquaria e di archeologia che risulteranno decisivi per la sua formazione, segnata indelebilmente dalla fascinazione per l'Antico. Del suo ruolo di direttore degli scavi, di progettista del Museo Patrio e di ideatore della prestigiosa pubblicazione destinata a documentare edifici e reperti resta traccia negli scritti e nella cospicua produzione di disegni e acqueforti che - a fianco delle più tradizionali pitture di soggetto storico e mitologico - trasmettono l'idea di una visione capace di aggiornare gli assunti neoclassici alla luce della nuova sensibilità romantica.